La nostra risposta a Greenpeace

Abbiamo letto la precisazione di Greenpeace in merito alla lettera aperta di Geca sul tema dei “falsi” libri FSC, pubblicata su Affari Italiani il 13.10.2010 e inviata agli editori.

Non abbiamo mai dubitato del fatto che Greenpeace avrebbe preso sul serio la nostra denuncia e avrebbe attivato tutte le verifiche opportune.

In merito ad alcune osservazioni contenute nella nota di Greenpeace, relative al nostro modus operandi, ci preme solo precisare due aspetti per noi importanti.

In primo luogo, i nomi degli editori presenti nella classifica Salvaforeste e sui cui libri abbiamo rilevato marchi FSC contraffatti, sono stati da noi segnalati fin da fine giugno 2010 (appena li abbiamo rilevati) sia a Greenpeace, in quanto estensore della classifica, che a Fsc Internazionale, in quanto ente preposto al controllo della catena di custodia FSC. Non abbiamo reso pubblici i nomi degli editori interessati perché non è nostro compito controllare e giudicare l’integrità delle catene di custodia o fare classifiche dei “buoni” e dei “cattivi”. La nostra scoperta, infatti, è stata del tutto casuale. Rendere pubblici i nomi avrebbe significato stilare una sorta di sub-classifica, senza però aver svolto i necessari controlli su tutti gli altri editori inclusi tra i “buoni” nella classifica stessa. Controllo che, ripeto, compete giustamente ad altri (noi dobbiamo solo stampare libri, al meglio e il più velocemente possibile).

In secondo luogo, un aspetto di metodo. Noi crediamo che chi si assume l’onere di stilare una classifica di questo tipo, si assume automaticamente anche la responsabilità di fare verifiche il più accurate possibile sulle informazioni alla base dei punteggi con i quali la classifica viene formata. Soprattutto perché le regole e le normative del sistema FSC non sono molto conosciute e non sono affatto semplici. E’ più che probabile che gli editori che hanno utilizzato il marchio FSC in modo abusivo non avessero la minima idea di commettere un illecito.

Detto questo, il nostro obiettivo di fondo non è far “retrocedere” qualche editore nella classifica Greenpeace. Al contrario, vorremmo che sempre più editori si inseriscano nella filiera virtuosa dell’FSC, di cui fanno ormai parte anche moltissimi editori che, insieme e grazie a Geca, oggi producono libri amici delle foreste.

La classifica Salvaforeste non è quindi soltanto utile, ma forse necessaria: vorremmo che su questo, sull’importanza del ruolo di Greenpeace e sulla condivisione di una battaglia comune non ci fossero fraintendimenti. Speriamo di aver dato un piccolissimo contributo per renderla se possibile ancora più efficace.

[Qui puoi ripercorrere tutta la vicenda]

La precisazione di Greenpeace

In seguito alla diffusione della nostra lettera aperta – avvenuta anche su alcuni media e blog – Greenpeace ha diffuso nei giorni scorsi una precisazione che riportiamo integralmente. Nel prossimo post pubblichiamo la nostra risposta a Greenpeace, in particolare su due aspetti per noi molto importanti.

LA PRECISAZIONE DI GREENPEACE ALLA REDAZIONE DI AFFARI ITALIANI

Gentile Redazione,

In riferimento alla pubblicazione del vostro articolo ci preme precisare che abbiamo ricevuto oggi una lettera inviataci da Geca Industrie Grafiche che denuncia l’uso improprio del logo FSC da parte di alcuni editori presenti nella nostra classifica Salvaforeste.

Riteniamo, al pari di Geca Edizioni, che l’utilizzo improprio del marchio FSC costituisce una violazione della normativa a tutela dei marchi e, soprattutto, che sia un comportamento inaccettabile nei confronti dei lettori/consumatori che hanno imparato a “leggere” nel logo FSC una vera garanzia di sostenibilità. Precisando, in questa sede, che non sta a un’organizzazione come la nostra verificare gli eventuali abusi sull’uso del logo (cosa che compete a FSC che ha già aperto una procedura d’infrazione nei confronti degli interesati) verificheremo per quanto possibile le affermazioni di Geca Industrie Grafiche e ci riserviamo di modificare la posizione di alcune case editrici previa interlocuzione e verifica con le stesse.

E’ importante spiegare che la nostra classifica è stata elaborata basandosi sulle informazioni che le stesse case editrici italiane hanno fornito rispondendo al questionario di Greenpeace. Tutti gli editori che hanno risposto, o che in seguito alla pubblicazione della classifica hanno cambiato le proprie politiche di acquisto, sono stati
valutati in base alla trasparenza ed alla tipologia di carta utilizzata per i propri prodotti editoriali.

Detto questo, riteniamo che Geca Industrie Grafiche avrebbe dovuto assumersi la responsabilità di indicare i nomi degli editori che – secondo le evidenze che essi hanno – utilizzano impropriamente il logo FSC piuttosto che far riferimento a una generica presenza di editori “furbi” all’interno della nostra classifica Salvaforeste. Abbiamo già chiesto a Geca Industrie Grafiche di fornirci dettagli su questi comportamenti irregolari: se avremo evidenze che alcuni editori hanno dichiarato il falso rispondendo al ns questionario provvederemo a modificare la classifica e a stigmatizzare comportamenti scorretti.

La correttezza degli editori è, per quanto ci riguarda, la base di partenza della nostra classifica. Non abbiamo mai dubitato della bontà dei dati forniti dagli editori poiché riteniamo che essere chiari e trasparenti sulle politiche di acquisto della carta sia una delle loro principali responsabilità. Per questo motivo non concordiamo sul fatto che la nostra classifica possa “penalizzare” gli editori corretti: chi ci comunica dati erronei è il solo responsabile di minare la credibilità del settore.

Cordiali saluti

Chiara Campione
Greenpeace Italia Responsabile Campagna Foreste

[Leggi la nostra risposta a Greenpeace]

I Mulini a Francoforte: le leggi sul libro in Europa

L’8 ottobre, alla Fiera del libro di Francoforte, i Mulini a Vento (instar libri, iperborea, marcos y marcos, minimum fax, nottetempo, voland) hanno organizzato un incontro tra editori indipendenti italiani e alcuni importanti editori europei.

Ne è nato un interessante dibattito durante il quale è stato possibile confrontare i risultati delle diverse leggi emanate negli altri stati. In particolare, tutti hanno sottolineato i benefici che la cultura e la “bibliodiversità” hanno ricevuto dalle leggi che prevedono il prezzo fisso.

Per un resoconto più dettagliato, guardate qui.

Milioni di “falsi” libri Fsc sul mercato

Ecco, in versione integrale, il testo della nostra LETTERA APERTA AGLI EDITORI ITALIANI (destinata per conoscenza anche a Greenpeace Italia, Fsc Italia, Fsc International Center GmbH e a Fidare). La pubblichiamo qui al fine di rendere possibile uno scambio di opinioni sul tema.

Gentile editore,

in occasione del Salone del Libro di Torino 2010, Greenpeace Italia ha reso nota la classifica “Salvaforeste” con l’elenco degli editori “buoni” – che utilizzerebbero carte Fsc e/o riciclate – e degli editori “cattivi” – che non utilizzano tali carte o mancano di trasparenza.

Purtroppo abbiamo scoperto che non tutti gli editori indicati come “virtuosi” producono libri attenendosi ai criteri previsti dalla certificazione Fsc. Visto che il problema riguarda anche best sellers, abbiamo ragione di ritenere che milioni di libri oggi nelle librerie siano in realtà dei “falsi”, contraddistinti da marchi Fsc contraffatti. Nel giugno scorso abbiamo segnalato la cosa a Greenpeace, ma nella classifica ad oggi on line (www.greenpeace.it/deforestazionezero, aggiornata al 20/07/2010) tali editori risultano ancora inseriti tra i “buoni”. Confidiamo, in ogni caso, in un prossimo aggiornamento.

La nostra azienda si chiama Geca, è una litografia industriale specializzata nella stampa di libri di narrativa e saggistica. Siamo certificati Fsc dal 2007 e da anni promuoviamo l’utilizzo di carte “amiche delle foreste”. Per questo motivo abbiamo sentito il dovere di scrivere questa lettera aperta, anche per segnalare i rischi per l’editore legati all’abuso del marchio Fsc.

Capita infatti che alcuni editori producano libri a marchio Fsc avvalendosi però di stampatori non in possesso della relativa certificazione, necessaria per riportare il marchio sul libro. Viene così riprodotto un marchio “falso”, privo cioè dei requisiti grafici e di contenuto richiesti dal

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La legge sul prezzo del libro al Senato

Ne avevamo parlato qualche post fa. Ora la legge sul prezzo del libro approda al Senato. Un gruppo di editori indipendenti, che si è battezzato “I mulini a vento”, ha lanciato un appello in cui si chiede la modifica del testo già approvato alla Camera. La legge, così com’è ora, rischia di rappresentare un colpo mortale per moltissimi editori e librerie indipendenti, dal momento che lascia ampio diritto di sconto. Come si sa, gli unici in grado di fare forti sconti per lunghi periodo sono le grandi catene librarie e i grandi gruppi editoriali, che rischiano quindi di mangiarsi i piccoli.

Contro questa eventualità, i mulini a vento lanciano alcune proposte di modifica, molto concrete e molto sensate, che potete leggere in dettaglio nel loro appello.

Postilla: quello condannato a soccombere era Don Chisciotte, non i mulini a vento.

Parlando di ebook…

photo by goXunuReviews, FlickrLa questione “ebook” non coinvolge solo gli utenti e l’esperienza di lettura. Porta con sè numerose questioni, legate ai sistemi produttivi, ai canali distributivi e al riconoscimento dei diritti per gli autori.

In questo interessante post pubblicato sul blog Lipperatura, è possibile approfondire alcune tesi e punti di vista, anche grazie al ricco commentario prodotto da scrittori e operatori di settore.