5 giugno 2018: Giornata mondiale dell’Ambiente

Termini come inquinamento ambientale, surriscaldamento globale sono entrati da anni nel linguaggio di ogni giorno, nei titoli dei giornali, nelle discussioni su temi sociali e politici… ma ci rendiamo davvero conto di cosa comportano per noi e per il mondo che ci circonda? Probabilmente sì, quantomeno a volte: ad esempio quando ci troviamo su una spiaggia zeppa di rifiuti plastici.

Per noi di Geca, attenti alle problematiche ambientali e primi stampatori in Italia a conseguire la certificazione FSC, il 5 giugno non sarà un giorno qualsiasi. È la Giornata mondiale dell’Ambiente, l’occasione giusta per riflettere sulle problematiche ambientali che affliggono il pianeta Terra.

Proclamata nel 1972 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ogni anno ha un tema diverso e cambia di volta in volta paese di svolgimento. È stata istituita per sensibilizzare i governi e le popolazioni alla tutela dell’ambiente che ci circonda, spronandoci nel nostro piccolo a fare qualcosa per evitare la distruzione completa dell’ambiente.

L’edizione 2018

Quest’anno il tema è #BeatPlasticPollution. L’inquinamento marino è dato in grandissima parte dai quasi 9 milioni di rifiuti plastici che ogni anno vengono riversati nei mari e negli oceani (di cui il 60% proveniente dall’India), distruggendone gli habitat naturali e uccidendo intere specie. In Italia abbiamo iniziato la lotta alla plastica qualche mese fa, prima limitando l’utilizzo dei sacchetti in plastica nei centri commerciali e poi bandendo l’uso della plastica per l’acquisto di frutta e verdura, sostituendo le buste trasparenti di un tempo con i sacchetti biodegradabili. Ma non è l’unica causa: ogni minuto nel modo vengono acquistate un milione di bottigliette di plastica, di cui solo una piccola parte viene recuperata.

Il paese ospitante è l’India, da sempre uno dei maggiori inquinatori al mondo ma che dal 2017 ha deciso di seguire il trend mondiale mettendo al bando la plastica monouso e diventando uno dei paesi con i più alti tassi di riciclaggio al mondo. L’edizione di quest’anno farà sì che in India siano organizzati diversi eventi sul tema della lotta alla plastica, che vedranno il coinvolgimento attivo della popolazione. L’obiettivo del governo è quello di dare il buon esempio, mostrando come tutti debbano impegnarsi a fondo per cercare di combattere l’inquinamento degli oceani.

Esempi virtuosi di lotta alla plastica

Amante della corsetta nella natura? Provane la variante green, il plogging: si corre e si raccolgono i rifiuti che si incontrano sul cammino. La parola è un mix fra il jogging e la parola svedese che indica l’azione di raccogliere (plocka upp). Questa iniziativa in effetti è proprio partita dal Nord Europa e sta dilagando fra gli attivisti ambientali di tutto il mondo. Erik Ahlström stava andando in bicicletta al lavoro a Stoccolma dopo essersi trasferito da una piccola comunità di sciatori nel nord della Svezia quando fu negativamente colpito dalla quantità di rifiuti sulle strade. Nacque così il plogging.

I pescatori di Kerala, sulla costa meridionale dell’India, da 10 mesi sono impegnati in una pratica unica nel suo genere: giornalmente escono al largo per la pesca e ora oltre ai pesci letteralmente ‘pescano’ dal mare i rifiuti plastici. Questa attività è diventata importantissima, perché la regione, da sempre una delle maggiori produttrici di pesce del paese e abitata da più di un milione di persone che vivono di pesca e commercio ittico, ha visto diminuire drasticamente la quantità di pesce, proprio a causa dell’inquinamento da plastica.

L’inquinamento da plastica in mare: un po’ di numeri

Se si dovessero filtrare tutte le acque salate del mondo si scoprirebbe che ogni km² contiene 46.000 microparticelle di plastica in sospensione. Questo anche a causa dell’aumento della produzione mondiale di resine e fibre plastiche, cresciuta dai 2 milioni di tonnellate del 1950 ai 380 milioni di tonnellate del 2015, rendendo la plastica uno dei simboli dell’industrializzazione insieme a cemento e acciaio. E’ impensabile, nella nostra quotidianità, trovare un oggetto che non contenga anche solo una minima parte di polimeri.

Il problema vero è che la plastica è uno dei prodotti meno degradabili: ci mette infatti centinaia di anni a decomposri naturalmente. E non solo: soltanto il 20% della plastica che viene prodotta è stato riciclato o incenerito, il resto si accumula come scarto sulla terra e nei mari e oceani. Ma se pensiamo che nel 2050 avremo prodotto più di 25.000 milioni di tonnellate di rifiuti plastici non ci spetta un futuro roseo.

Cosa possiamo fare noi

Come è possibile prender parte attiva alla lotta contro la plastica? Applicando il principio delle 4 “R”:

  1. Ridurre l’utilizzo di plastica a favore di prodotti con meno imballaggi monouso
  2. Riusare i materiali, scegliendo ad esempio il vuoto a rendere del vetro anziché le bottiglie in plastica
  3. Riciclare, attraverso la raccolta differenziata
  4. Recuperare gli oggetti inutilizzati, dando loro nuova vita

 

Fonti:

World Environment Day

Giornata mondiale dell’Ambiente 2018: il tema è la lotta alla plastica  

Inquinamento da plastica in mare: cause, conseguenze e soluzioni

L’India mette al bando la plastica monouso

 

Immagine: Flickr / Erik Forsberg

Video credits: World Environment Day

Ti potrebbe interessare anche…