Il mese di febbraio del calendario di Geca è dedicato a uno degli scrittori statunitensi più amati del Novecento e a quello che è forse il libro più rappresentativo del suo universo narrativo.

Luigi Bechini è il nostro responsabile marketing. Si occupa delle strategie di comunicazione e di posizionamento dell’offerta Geca, nelle sue varie declinazioni e per i diversi mercati su cui operiamo (editoria, stampa commerciale, agenzie di comunicazione). Il libro che ha deciso di far entrare nel calendario 2019 è Mattatoio n. 5, di Kurt Vonnegut. Per realizzare questa illustrazione, Alice Piaggio e Luigi hanno discusso parecchio. Non era facile rendere la ricchezza narrativa del romanzo dello scrittore di Indianapolis.

 

Raccontaci come mai hai scelto Mattatoio n. 5 di Vonnegut.

Ho scoperto Kurt Vonnegut relativamente tardi, intorno ai 30 anni. Mattatoio n. 5 è stato il primo libro che ho letto della sua produzione. È un’opera davvero particolare, è quasi un non-romanzo. La struttura narrativa è decisamente anticonvenzionale, disordinata e ricchissima, complice il fatto che il protagonista, Billy Pilgrim, ha la capacità di viaggiare nel tempo. È un’abilità su cui non ha alcun controllo: un momento si trova pensionato nella sua casa, un attimo dopo è nel mezzo della battaglia delle Ardenne durante la Seconda Guerra Mondiale. Come se non bastasse, a un certo punto viene anche rapito dagli alieni, che lo trasferiscono sul pianeta di Tralfamadore come attrazione di punta di uno zoo umano.

 

Di cosa parla il libro?

L’avvenimento attorno a cui ruota tutto il romanzo è uno degli eventi più drammatici della Seconda Guerra Mondiale: il bombardamento americano della città tedesca di Dresda. Fu una vera e propria carneficina: la notte del 13 febbraio 1945 le bombe americane distrussero l’intera città, uccidendo oltre 135 mila civili. Vonnegut era stato catturato dai tedeschi, era un prigioniero di guerra e si trovava proprio a Dresda: si salvò rifugiandosi nel mattatoio che era la loro prigione, da cui il titolo del libro. Fu un’esperienza traumatizzante: il giorno dopo la città appariva letteralmente incenerita, persone e oggetti erano stati fusi dalle temperature altissime provocate dalle bombe incendiarie. Il libro, che ebbe una lunghissima gestazione, fu probabilmente il modo in cui Vonnegut cercò di affrontare quel trauma. Ogni parola contenuta in questo racconto è un’apologia contro la guerra.

Una lettura piuttosto impegnativa…

Per niente: nonostante il tema principale, è un libro che unisce toni grotteschi, a volte demenziali, con momenti davvero esilaranti. È un libro che sa stupirti a ogni pagina. Soprattutto, quello che mi colpisce di Vonnegut (e che si ritrova anche in altri suoi libri, come per esempio Un pezzo da galera) è il modo in cui, con semplicità, riesce a indicarti il confine tra il bene e il male. E il fatto che in tutti i personaggi cui dà vita, anche i più meschini e senza scrupoli, c’è sempre un lampo di umanità nuda, innocente.

È stato complicato realizzare l’illustrazione?

Abbastanza. Io e Alice (Piaggio, l’illustratrice che ha curato la parte illustrata del calendario, ndr) ne abbiamo parlato a lungo sia prima dello shooting fotografico, sia con uno scambio email i giorni successivi. È stata molto brava, perché è riuscita a rappresentare tutti i temi portanti del libro: quello della guerra, ma anche l’idea dei tralfamadoriani che il tempo non sia una successione sequenziale di eventi, ma una linea lungo la quale è possibile spostarsi a piacimento, andando avanti o indietro e, infine, gli uccelli, che aprono e chiudono il libro.

 

 Scheda del libro

Titolo: Mattatoio n. 5
Autore: Kurt Vonnegut
Editore: Feltrinelli
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Incipit

Ascoltate.
Billy Pilgrim ha viaggiato nel tempo. Billy è andato a dormire che era un vedovo rimbambito e si è svegliato il giorno delle sue nozze. Ha varcato una soglia nel 1955 ed è uscito da un’altra nel 1941. È tornato indietro da quella porta e si è trovato nel 1963, Ha visto molte volte la propria nascita e la propria morte, dice, e rivive di tanto in tanto tutti I fatti accaduti nel frattempo. Così dice.

Billy è spastico nel tempo, non controlla i movimenti, non sa dove andrà dopo, e le sue gite non sono necessariamente divertenti. È costantemente in uno stato di terrore da palcoscenico, dice, perché non sa mai quale parte della sua vita dovrà recitare la prossima volta.

 

Il progetto

Scopri “Le storie siamo noi”, il progetto del calendario Geca 2019 dedicato ai nostri quarant’anni.

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